Immobili, un albergo di lusso e finanziamenti statali
Di Marco Lillo
Il ministro Romano possiede un tesoro di otto appartamenti nel palazzo color acciaio di via Watt a Milano. Lì accanto c'è un albergo 4 stelle, Romano è socio dei proprietari.
Previtera. È questo il nome che da mesi sta conficcato nel cervello del ministro Francesco Saverio Romano. Appena qualcuno lo pronuncia alla sua presenza, Romano perde l'aria bonacciona da Potsie di Happy days e assume un'espressione irata che ricorda un po' Johnnv Stecchino. Come il boss impersonato da Benigni che si agitava imprecando "Cozzamara, Cozzamara" nello scantinato nel quale il mafioso rivale lo costringeva, così Romano sbarra gli occhi al cielo e ripete come un mantra: "Previtera, ah Previtera", anzi "Previera, Ah Prrvtera", in siciliano stretto.
IL FATTO è che il geometra Agostino Previtera occupa da molti anni due appartamenti del ministro in quel di Milano sostenendo di vantare un credito verso il costruttore dello stabile, socio di Romano nell'attività immobiliare. La contesa Romano-Previtera non è la solita lite siciliana fatta di impuntature insensate. Dietro la storiella della causa tra il ministro e il capo-cantiere si staglia infatti una storia molto più grande: la speculazione immobiliare milionaria realizzata da Romano e dai suoi amici in via Giacomo Watt a Milano. In quest'area, teatro di un imponente intervento che ha permesso di costruire un palazzo avveniristico color acciaio, due filari di villette in stile inglese e un hotel 4 stelle, sembra di stare in un quartiere della 'Palermo bene". Secondo il Catasto, il ministro dell'Agricoltura, sotto la Madunina, possiede attraverso la sua società Roma Uno Immobiliare (intestata a lui e alla moglie Stefania Martorana e amministrata dal cognato Pietro La Rocca) un tesoretto di otto appartamentini (alcuni dei quali sarebbero poi stati uniti fisicamente) tutti situati nel palazzo color acciaio di via Giacomo Watt. Non solo: l'ex ministro è stato socio fino al gennaio 2008 di una seconda società che nel 2005 ha comprato nel medesimo stabile altri 14 mini-appartamenti. E poi di una terza società che ha costruito li accanto l'hotel Watt, un 4 stelle di 4 piani con facciata in legno. Romano non è l'unico politico siciliano che a Milano si trasforma in immobiliarista. Nella società protagonista del recupero dell'ex zona industriale, la Immobiliare Watt Sri, oltre al ministro Romano, fino al luglio 2004 era socio anche il suo amico Giuseppe Drago, eletto in Parlamento nel 2008 e poi costretto alle dimissioni. Inoltre, nel 2005, ha comprato nel palazzo due appartamenti, un box e una cantina, anche l'allora governatore di Sicilia Totò Cuffaro. A coinvolgere nell'avventura immobiliare milanese i tre politici - tutti appartenenti negli anni scorsi al medesimo partito, il Pid (frutto della scissione filo berlusconiana dall'Udc, che contava oltre a loro solo altri due deputati) - è stato un costruttore originario di Messina, Augusto Reitano, anche detto il re delle 488, per la sua capacità di ottenere fondi pubblici per le sue imprese.
IL TERRIBILE Agostino Previtera che il ministro Romano vorrebbe buttare fuori da due dei suoi appartamenti, è in realtà l'ex direttore del cantiere di Reitano e resta asserragliato nei bilocali del ministro perché sostiene di vantare un credito verso Reitano. Cosa c'entrano le case del ministro? Secondo Privitera, Reitano trattava quegli immobili come se fossero suoi tanto che fu lui a consegnargli le chiavi. Il ministro, invece, sostiene che Privitera non ha alcun diritto di stare li e che non vuole sborsare i soldi per comprare. Per questo lo ha fatto denunciare penalmente nel 2008 dall'amministratore-cognato della sua società. Finora Privitera, difeso dall'avvocato Diego Busacca, ha avuto la meglio. Dopo avere incassato l'archiviazione del suo procedimento ha persino contrattaccato con una querela ed è per questo che al ministro sale il sangue agli occhi quando ne parla. Il 6 luglio il Tribunale civile di Milano deciderà chi ha ragione ma, a prescindere dall'esito della bega legale, la questione che rende questa storia molto interessante è un'altra: i rapporti tra i politici più importanti della Sicilia e un imprenditore che - negli stessi anni in cui faceva affari a Milano con Romano, Totò Gullaro e Drago - otteneva il via libera dal governo nazionale e regionale per una cifra che si aggira sui 110 milioni di euro tra contratti di programma, fondi Por e finanziamenti ex legge 488.
AUGUSTO REITANO, non è un costruttore qualsiasi. Questo imprenditore 49enne con uffici al Pantheon a Roma e in via Montenapoleone a Milano è l'asso pigliatutto dei fondi pubblici nell'isola. Ora il suo gruppo non naviga in acque serene: la crisi del mercato immobiliare si è fatta sentire e un affare sbagliato a New York ha tagliato le gambe alla sua corsa, ma Reitano resta un peso massimo dell'economia isolana con amicizie a Roma nel jet set. Nei suoi appartamenti di fronte al Pantheon si vedevano politici, attori e stelle del giornalismo. Reitano decollava con il suo Bombardier 604 da 12 posti alla volta di Montecarlo per planare al porto di Fontvieille, dove ad attendere lui e i suoi amici c'era il Light Blue, uno yacht da 40 metri costruito dai cantieri Rodriguez della sua città. L'estate l'allegra comitiva con affari a Milano, si ritrovava in Sardegna nella villa nel golfo di Marinella che sovrasta quella di Silvio Berlusconi. Il vulcanico messinese girava nella movida lombarda con una Ferrari Scaglietti parcheggiata (per 700 euro al mese) all'hotel Four season di Milano e aveva a disposizione persino un vaporetto ristrutturato da 70 metri, ancorato al porto di Napoli, e una casa da 5 milioni di dollari a Manhattan, sulla 69esima strada, mentre stava costruendo per un finanziere ebreo un altro palazzo sulla 52esima strada: l'affare che lo ha messo in difficoltà per alcuni ritardi nella consegna.
Oggi molti gioielli del suo impero del lusso non sono più nella disponibilità delle sue società ma barche, aerei e residenze restano visionabili sul sito www.myluxuryagencycom, dove venivano offerti in vendita o in affitto con tanto di telefonino della moglie di Reitano, Rossella Pizza, una bionda 45enne candidata per il partito dei responsabili di Romano al Consiglio comunale di Napoli assieme a Gianni Lettieri. Lusso, politica e affari si intrecciano in questa intricata storia. Su Facebook si trovano ancora gli incitamenti a Rossella Pizza-Reitano di Ida Cuffaro, figlia di Totò, molto amica del figlio di Reitano.
Reitano e Romano si conoscono da molto tempo. L'imprenditore messinese, dopo alcune disavventure nei primi anni '90 con il fallimento di un paio di società di costruzione, prende il volo nel 2002. Quell'anno Reitano si lancia nel turismo agevolato in Sicilia e nell'attività immobiliare in società con i politici a Milano. Reitano, Romano e Drago comprano da alcune famiglie milanesi le quote dell'area industriale dismessa di via Watt a Milano.
L'ACQUISTO della società Immobiliare Watt è un'operazione inventata da un architetto di fama, il professor Francesco Mauri del Politecnico di Milano, che vuole ricavare dai capannoni una serie di villini: "Volevo realizzare un intervento per dare una casa ai miei familiari. Ho coinvolto alcuni amici nell'operazione, ma i soldi non bastavano e nel 2002 un mediatore immobiliare mi presentò Reitano che entrò nella società e portò con sé l'onorevole Romano e l'onorevole Drago, che io vidi solo una o al massimo due volte dal notaio per gli atti di acquisto. Reitano si incaricò della costruzione di un palazzo su strada più, all'interno dell'area, due file di villini. Alla fine i siciliani fecero valere le loro quote acquisendo appartamentini nel palazzo mentre i miei familiari e i soci milanesi hanno tenuto i villini". Su un capitale complessivo di 96 mila e 900 euro, Reitano acquistò nel 2002 quote dell'Immobiliare Watt per 20 mila euro circa; Romano per 5.800 euro e Drago per un valore di 5.600 euro. Drago però usci subito cedendo tutto alla Assisi Immobiliare di Reitano nel 2004. In apparenza l'operazione immobiliare fu un successone. Secondo l'architetto Mauri, il costo totale delle quote fu di 6,5 miliardi di vecchie lire. Quindi Romano dovrebbe avere pagato meno di 400 milioni di lire, come quota iniziale di ingresso alla quale però bisogna aggiungere i conferimenti e i costi per i lavori di rifinitura. Il 24 settembre 2004 la costruzione è finita a livello di rustico, e l'Immobiliare Watt si scioglie e assegna ai soci gli appartamenti. Romano, con la società sua e della moglie, la Roma Uno Immobiliare, ottiene così 5 miniappartamenti indicati nell'atto con i sub dal 60 al 64. E il politico siciliano - eletto alla Camera con l'Udc nel 2001 dopo aver diretto l'Istituto bancario regionale Ircac - costituisce una seconda società, la Residenza Navigli Sri, e compra altri 14 appartamenti nel palazzo, dalla Assisi Immobiliare di Reitano.
IL 14 LUGLIO 2005 Augusto Reitano, per la società Assisi Immobiliare, vende davanti al notaio Silvana Sajia di Milano alla Residenza Navigli Srl. rappresentata da Romano. e da lui partecipata in quel momento per il 90% (il 40 attraverso la Roma Uno) 14 mini-appartamenti al prezzo di 3 milioni e 172 mila curo. Non basta: lo stesso giorno Roma Uno di Romano acquista dalla Assisi Immobiliare di Reitano un altro appartamento di 2,5 vani catastali a 167 mila euro, pagati in contanti. Nell'estate del 2005, insomma, le società di Romano erano proprietarie di 20 appartamenti nello stabile milanese costruito da Reitano per un valore che si aggirava sui 4 milioni di euro. Dove li prendono tutti questi soldi per comprare le società dell'onorevole Romano? Un milione e 795 mila euro - secondo quanto dichiara nell'atto il ministro - sarebbero stati pagati direttamente con fondi della società Residenza Navigli. Mentre il resto (pari a poco meno di un milione e380 mila curo) sarebbe stato pagato mediante un mutuo dalla rata molto salata. Il contratto di mutuo è stato stipulato il 14 luglio del 2005. Quel giorno Romano ottiene dallo stesso dirigente dell'Unicredit anche un'apertura di credito per 500 mila euro stavolta per la sua Roma Uno Immobiliare.
Sempre quel giorno Romano e il suo amico imprenditore Reitano fanno un ulteriore affare con una terza società, la Navigli Resort, che ha costruito l'Hotel Watt. Un anno prima il Cipe (Comitato Interministeriale per la programmazione economica del governo Berlusconi), delibera uno stanziamento di 103 milioni di euro per gli investimenti turistici del consorzio Coprit che doveva realizzare quattro alberghi in Sicilia. All'interno del Coprit, presieduto oggi da Augusto Reitano, ci sono tre società dell'imprenditore amico e socio di Romano. Ma questa è un'altra storia.
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